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in Italia è il cane da compagnia. O da riporto.
(Marco Travaglio)

martedì 13 aprile 2010

Un'oasi di bellezza e pace in mezzo alla 'giungla' metropolitana : il Palazzo del Principe



Percorrendo l'attuale via Adua, da Caricamento verso Dinegro, sulla destra si intravvede un immenso giardino che colpisce per il suo splendore. È il Palazzo del Principe Andrea Doria o Palazzo del Principe a Fassolo, nome della località su cui sorgeva. Attraversando il giardino, dove predomina la fontana di marmo che raffigura Nettuno sul carro, si raggiunge l'atrio, oltre cui è presente uno scalone che conduce alla Loggia degli Eroi. Quest'ultima collega i due appartamenti laterali, di Andrea Doria e di sua moglie, la Principessa Peretta Usodimare, composti da stanze arricchite di affreschi e arazzi.
La storia del Palazzo è piuttosto articolata. Il primo nucleo della reggia è datato da un'epigrafe marmorea, che attribuisce alla volontà del Principe Andrea Doria la sua costruzione e decorazione tra il 1521 e il 1529, come dimora di ozio e piacere. Venne edificata su tre proprietà contigue preesistenti, acquistate dal Doria stesso dalla famiglia Lomellini.
La posizione dell'edificio a quei tempi era strategicamente ottimale, posta fuori dalle cinta murarie e inoltre godeva di un'ottima vista sul golfo, in quanto non vi era ancora la tanto discussa quanto comoda sopraelevata.
Il Palazzo del Principe è tutt'oggi un complesso architettonico di grande importanza, unica reggia che la Repubblica di Genova conobbe e grazie alla quale ebbe inizio il Rinascimento genovese.
La data 1530 posta al centro del soffitto dell'atrio indica con tutta probabilità il termine dei lavori architettonici, cui seguì la decorazione conclusa nel marzo del 1533, periodo in cui l'imperatore Carlo V, in visita a Genova, venne ospitato nella splendida dimora.
Il progetto architettonico viene attribuito a Pietro Buonaccorsi, detto Perino del Vaga (Firenze 1501- Roma 1547), coadiuvato da un numero consistente di collaboratori, pittori, scultori e plastificatori.
Ogni affresco presente nel palazzo ha un significato allegorico che glorifica le imprese dell'ammiraglio genovese, il quale viene identificato con Nettuno, il Dio del mare. Questo a marcare la potenza sul mare dei Doria.
In seguito Giovanni Andrea I (1539- 1606), erede dell'ammiraglio, regalò l'assetto definitivo dell'imponente complesso monumentale. Fece costruire la Galleria Aurea, nuove stanze e incaricò Giovanni Ponzillo di riprogettare i giardini, a monte e a mare.
Tuttavia la storia del Palazzo è segnata anche da eventi negativi, infatti molte delle meraviglie che lo hanno caratterizzato andarono perdute durante i bombardamenti del 1944. Del giardino nord non è rimasto nulla, in quanto al suo posto venne costruita la linea ferroviaria Genova- Torino, la via Pagano Doria e l'Hotel Miramare. Nel corso del XX secolo anche il giardino sud subì le conseguenze dei cambiamenti: il suo rapporto diretto con il golfo genovese venne interrotto dall'edificazione della Stazione Marittima, dall'ampliamento di via Adua e dalla costruzione della strada sopraelevata (1962- 1965). Lo sfondo della dimora è ormai ben diverso da quello delle origini, ridotto a una zona viaria intensamente trafficata. Negli ultimi anni una campagna di restauri ha fatto sì che il Palazzo e il giardino all'italiana tornassero a splendere. Attualmente i Principi Doria Pamphilj, proprietari e abitanti dell'edificio, hanno deciso di aprire al pubblico la loro dimora, con visite su appuntamento, rendendola anche sede di convegni, conferenze e mostre.
S.S.

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